mercoledì 31 marzo 2010
Il Fascioberlusconismo e i partigiani idioti
Le elezioni regionali appena trascorse hanno dato un'ulteriore conferma a ciò che già pensavo da tempo. Oltre alla notizia della disfatta sinistroide, specialmente nella mia regione che ha visto vincere la (s)Polverini, emergono dei dati NELLA notizia. E non sono nemmeno da sottovalutare. Da una parte c'è da constatare che il voto ha sancito la sconfitta di Berlusconi e del suo partito di fronte allo strapotere della Lega (Veneto e Piemonte), nonchè la minuscola vittoria personale di una che ha dovuto subire di tutto e di più dalla sua coalizione, compresa l'incompetenza gestionale figlia del nepotismo e delle raccomandazioni. Chi vuole capire capisca. Dall'altra c'è l'eccessiva frammentazione di una sinistra pressochè inconsistente.
Il primo dato ci indica, con evidenza nemmeno insindacabile, che da questo momento in poi sarà la Lega Nord a dettare legge all'interno del Popolo delle Libertà e la più recente storia dell'Italia politica ci ha insegnato che B&B (Berlusconi & Bossi) non è che si sopportino più di tanto (vedere legislatura Berlusconi I del 1994). Non sarà una novità, quindi, trovarsi di fronte a frammentazioni interne al PDL, dettate da prese di posizione di uno che vuole pretendere e dell'altro che non vuole cedere. Ma state tranquilli, tanto il Tg1 non lo dirà mai. D'altro canto quello è il partito dell'amore e tra le sue fila possono solo avvenire accordi amorosi nonchè rapporti omosessuali tra leader politici di partiti diversi. Si vogliono bene. Mi sto commuovendo.
L'altro dato è quello che più mi sta a cuore. Ho già spiegato come mi riesca difficile sentirmi rappresentato da una classe politica sinistroide che fa della sua inconsistenza un dogma. Un animo rivoluzionario, una mente fervida e realista non può riconoscersi in una congrega di pelatoni impomatati. Eppure, nonostante la diversità del pensiero e delle eventuali modalità di azione, lo scopo è univoco e sembra essere palese: superare questa fase berlusconiana della politica italiana che non ha dato al Paese niente di nuovo se non la stabilizzazione di un sistema SBAGLIATO. Il sistema è quello della corruzione, del clientelismo, della censura (con tentativi di renderla 'preventiva'), dell'attacco alle istituzioni, della copertura delle notizie e dell'indottrinamento mediatico eteronimo che pervade la nostra quotidianità. Un sistema che nasconde in seno QUALCOSA che non va. E non serve essere laureati in scienza politica per accorgersene. Basta dare un'occhiata a quello che succede fuori dai nostri confini.
A questo punto, vista l'unitarietà del nemico da abbattere, viene da ridere a guardare tutta questa frammentazione. Ho sempre pensato che il problema di questo Paese non è BERLUSCONI, ma il BERLUSCONISMO. Per molti tratti esso è paragonabile all'idolatria di stampo fascista: adorazione incontestabile e incontrastabile del singolo personaggio, difesa dello stesso anche di fronte a palesi errori personali e politici, il berlusconismo è figlio della pigrizia della mente italica, abituata ad attribuire a terze persone il compito di elaborare pensieri particolari. Esso però è UNO ed UNICO in tutte le sue manifestazioni. Come il fascismo.
L'antiberlusconismo, realtà di doverosa esistenza come negazione del suo contrario, è invece frammentario. Perchè? Perchè nessuno è disposto e capace di scendere dal proprio piedistallo autocelebrativo. La politica è un gioco di compromessi per il bene della comunità (così mi pare di aver capito leggendo qualche libro) e allora se abbiamo individuato il MALE (come voleva Carl Schmitt), a cosa serve frammentarsi? A cosa serve che Beppe Grillo si presenti singolarmente col suo Movimento a 5 Stelle togliendo voti NON a Berlusconi o alla Lega, ma alla sinistra? A cosa serve togliere un 4% alla Bresso? Ah, giusto...a favorire Cota! Come ho fatto a non pensarci?
Una cosa è certa. La politica è la medesima da vent'anni. Le facce sono le stesse da tempo immemore. Il difetto di noi italiani è che DIMENTICHIAMO cose accadute nemmeno troppo tempo fa. Ci siamo scandalizzati con tangentopoli ma poi abbiamo permesso che al potere salissero coloro che facevano già parte di quel sistema corrotto, anche se prima non erano direttamente impegnati in politica. Cosa vi aspettavate? Ora si inneggia al 'NUOVO' ma dietro la bella faccia sbarbata di un giovincello c'è il potere costituito dei partiti, stabile e radicato dalla notte dei tempi. L'Italia ha dimenticato e VUOLE dimenticarsi. L'Italia si adatta al suo tempo e non fa niente per sconfiggere il cancro della sua società (per quell'altro, per il cancro vero, ci pensa Berlusconi nei prossimi tre anni...io mi fido!). L'italia è così, gli italiani sono così e il politico-politicante italiano (di destra, sinistra o centro che sia) non è che la massima espressione di questa malata mentalità. E il vero problema, visto che non è Berlusconi, è che quando non ci sarà più lo psiconano a guidare la biga verso il burrone, assisteremo inermi a una lotta tra aspiranti psiconani che avranno acquisito la stessa mentalità pseudo-fascista. E continueranno a guidare la biga senza cambiare direzione.
Aspetteremo tempi migliori.
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La tua visione è catastrofica e quel che mi preoccupa è che sono perfettamente d'accordo! Mi chiedo che testa ha chi lo vota e poi scopro che tra amici e conoscenti sono circondata anch'io...non me la spiego. Dal mio punto di vista chiunque abbia occhi o orecchie dovrebbe fare di tutto perchè se ne vada!
RispondiEliminaSe la maggioranza della gente la pensa al contrario di te la persona matura mette in discussione la propria opinione, l'immaturo mette in discussione la maggioranza
RispondiEliminaperdonami...ma non riesco a capire se questo commento è una critica o meno...
RispondiEliminase lo fosse sarebbe comunque ben accetta...
@anonimo, hai presente il famoso detto "mangiate m..., milioni di mosche non possono essersi sbagliate"
RispondiEliminain pratica stai dicendo che la maggioranza non puo` mai sbagliare, e chi la mette in discussione e` un immaturo ... grandioso, se fosse vero, non saremmo mai usciti dalle caverne
sei l'esempio vivente del problema di cui si parla in questo post: persone che non vogliono pensare, e che delegano lo sforze del pensiero critico ad altri
Lorenzo Kanna Canovi (non loggato)