martedì 20 ottobre 2009
Libera scelta in libero Stato
Premetto tutto ciò che state per leggere affermando e ricordando il mio convinto ateismo e l'odio profondo che nutro per l'istituzione della Chiesa.
Ateo perchè il mio razionalismo mi consente di vedere al di là del mio naso cercando sempre e comunque una spiegazione materiale o "empirica" della realtà. Purtroppo la mia mammina mi ha insegnato ad essere sempre lucido e a non farmi sopraffare dalle dicerie di chi pensa di essere depositario della verità assoluta. Soprattutto mi ha insegnato a non credere alle favole, e la religione depositata e strumentalizzata che leggiamo nei vangeli e nella Bibbia non è altro che una favoletta antica ricca di particolari con la finalità di enfatizzare una figura umana. Gesù Cristo potrà anche essere esistito, nella figura di un giovane "santone" magari, ponendosi alla massa come il salvatore e sicuramente la Storia lo ha aiutato a ingrandire il suo mito, se mai avesse realmente agito con lo scopo di crearne uno.
Sono convinto che la Natura e gli eventi che si manifestano al suo interno abbiano una spiegazione scientifica e fisica, e sicuramente se esiste ancora qualcosa che la scienza e la tecnologica ancora non sono in grado di spiegare, fra qualche anno (o decennio) il progresso ci consentirà di scriverne una legge universale. Duemila anni fa i gabbiani volavano come volano adesso, ma le relative conoscenze di allora forse non permettevano di capire la legge fisica che glielo consente e allora era Dio che entrava in gioco per giustificare l'inspiegabile.
Anti-ecclesiastico perchè vedo nella Sacra Romana Chiesa l'istituzione di potere più demagogica e ipocrita che la Storia ci abbia mai consegnato.
Predicare bene e razzolare male sembra essere un motto degli adepti alle credenze cristiano-cattoliche. Il ritornello della povertà, dell'aiuto verso il prossimo, della fratellanza e della castità è solo una piccola parte di tutta la canzone. Una canzone per timorati, per deboli che non hanno la forza di rialzarsi da soli, per gente con gli occhi foderati di prosciutto che non ammette che la realtà tangibile degli eventi è lungi dall'essere dimostrata attraverso un essere trascendentale e impalpabile.
Oltretuto la chiusura mentale dell'istituzione ecclesiastica mostra una volontà conservatrice che difficilmente troverà spazio nelle giovani menti odierne, in quei ragazzi dediti al "peccato" che abiteranno la Terra in futuro.
E' notizia di questi giorni la richiesta di insegnare religione islamica nelle scuole.
Naturalmente il cristiano medio, bigotto per definizione, dice categoricamente "No!". Gli fa eco il mondo istituzionale, seriamente preoccupato di non creare tensioni con il Vaticano.
La mia convinzione di voler vivere in uno Stato dove la laicità e la libertà di scelta siano gli unici doveri "religiosi" del cittadino, non mi permette di comprendere tale chiusura.
Un bambino su cinque è islamico.
In una classe di venti alunni, circa 4 potrebbero essere islamici.
E allora perchè impedire loro di conoscere la propria religione?
Il perchè, sempre secondo il mio ateo parere, è facilmente spiegabile.
L'insegnamento della religione al giorno d'oggi consiste in nient'altro che un indottrinamento di stampo catechistico volto a portare le menti acerbe a credere alla favola raccontata. Non si racconta la "storia del Cristianesimo"...si racconta la storia di Gesù, mettendone da subito in risalto le caratteristiche di santità. Badate bene che è molto diverso.
In un contesto in cui l'indottrinamento catechistico di cui sopra sembra essere obbligatorio da parte degli istituti scolastici, è ovviamente inopportuno inserire la religione islamica. Ciò scaraventerebbe via il senso (sbagliato) dell'insegnamento della religione a scuola.Insegnare la religione islamica così come si insegna la religione cattolica nelle scuole costituirebbe un ossimoro e contribuirebbe senz'altro a creare divisioni, razzismo e disorientamento nell'alunno.
Faccio una domanda.
E se invece l'insegnamento della religione cominciasse da ora ad essere concepito come l'insegnamento della "storia delle religioni" così come si insegna nelle facoltà di filosofia di tutto il mondo, cessando di essere la "storia di un santo" in cui tutto è preso per vero e inequivocabile? Se si cominciasse a insegnare la religione da un punto di vista imparziale così da poter facilmente seguire un programma che vada avanti per moduli? Così come in storia dell'arte studiamo impressionismo e cubismo così nell'ora di religione potremmo studiare cristianesimo e islamismo. E anche induismo, scintoismo assieme alle varie sfaccettature della cattolicesimo e del cristianesimo stesso.
Per raggiungere ciò bisognerebbe improntare lo Stato seguendo un'etica e una morale che siano prima di tutto laiche. In questo modo si potrebbe fare dell'ora di religione (tanto inutile quanto poco amata) un tavolo di confronto e dibattito, abituando i soggetti più piccoli a porsi domande nonostante la tenera età.
L'insegnamento della "storia delle religioni" contribuirebbe inoltre a creare una coscienza collettiva della società che alimenterebbe il concetto di libera scelta che citavo prima. Che i genitori si ostinino a battezzare un pargolo di pochi giorni seguendo la propria fede è un'idiozia conservatrice. Si introduce forzatamente un essere inconsapevole in un ambiente del quale magari egli stesso, una volta raggiunta la maturità cerebrale, non avrebbe mai voluto far parte. Lasciamo che sia il bimbo stesso, da grande, a decidere per quale squadra tifare se mai decidesse di parteggiare per una di esse. Facciamo della scuola un luogo dove formare i giovani presentandogli tutte le varie facce della società globalizzata, così da renderli consapevoli e capaci di prendere una decisione autonoma senza scadere nell'eteronimia tipica del cristianesimo e delle altre religioni.
Questa è libera scelta.
Si può raggiungere tutto ciò?
Difficilmente. Almeno finchè avremo il Papa dentro casa.
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